Molyda Buth Keo Szymusiak – Scrittrice

Molyda Buth Keo Szymusiak è nata nel 1962 a Phnom Penh, capitale della Cambogia, in una famiglia della alta borghesia. Il padre è un alto funzionario, e la madre è imparentata con la famiglia reale. È la seconda di cinque figli.

Ha poco più di undici anni quando nell’aprile del 1975 i khmer rossi occupano la città e decidono di svuotarla di tutti gli abitanti.

Numerosi storici hanno analizzato e descritto quella che fu l’utopia assassina dei khmer rossi. Resta però una testimonianza fuori del comune: quella di Molyda, scrupolosamente trascritta dai suoi genitori adottivi (prima edizione francese “Les Pierres Crieront” Ed. La Découverte, 1984; prima edizione italiana “Il racconto di Peuw bambina cambogiana”, Ed. Einaudi 1986, con traduzione di Natalia Ginzburg).

All’epoca questo documento non passa certo inosservato, tanto che viene anche accompagnato da una presentazione di Jean‐Marie Domenach che ne sottolinea il carattere straordinario: quello di una bambina che si confronta quotidianamente con la morte e la tortura, da lei descritte con distaccata crudezza, come si trattasse di fatti ordinari.

Le immagini che ci trasmette assomigliano alle più drammatiche incisioni sui disastri della guerra di Goya.

In questo racconto ci appare come una Anna Frank, non nascosta e confinata nelle riflessioni intime del suo diario, ma piccola cambogiana sballottata da un villaggio all’altro, impregnata di forte cultura buddista fatta di adattamento alle avversità della vita e di forza di sopravvivenza, anche quando ormai tutta la sua famiglia sta morendo sotto i suoi occhi.